Governo, non conquista del potere/Definire il vero compito dei repubblicani Il problema di questa Italia nel caos politico di Widmer Valbonesi Non ho mai visto una scissione come quella che ha investito la destra italiana con tanto bon ton dei leaders, dopo che per settimane sui mass media erano rimbalzati insulti e reciproche accuse di tradimento, di anteporre gli interessi personali a quelli del paese, di essere degli ingrati e di essere solo degli egoisti attaccati alla conservazione delle poltrone etc. etc. L'invito di Berlusconi ai falchi di non essere insolenti verso il futuro alleato Alfano - e le dichiarazioni di amore di Alfano verso il secondo padre, Berlusconi - liquidano sul nascere le speranze che questa possa essere, come dice Eugenio Scalfari, la nuova destra moderata capace di modernizzare il paese. A me sembra piuttosto un'operazione tattica tesa a recuperare una parte dei moderati che avevano premiato Monti e a riportare a casa verso destra Casini che non poteva rientrare direttamente in un partito egemonizzato da Berlusconi. Un'operazione che se non porterà alla democrazia cristiana di vecchia memoria, perché non c'è il sistema proporzionale, riproporrà nella coalizione la logica pluralista e di sottopotere che nelle correnti democristiane si esprimeva col manuale Cencelli nella distribuzione del potere (ma comunque tutti uniti alle elezioni nell'affrontare la sinistra del paese). Si illude chi pensa che il raggruppamento di Alfano possa essere la sponda moderata della destra che consenta al PD di essere la parte socialista e di sinistra di un nuovo centro sinistra. E' la risposta tattica abilmente giocata affinché Renzi non penetri in quell'elettorato tradizionalmente moderato e che si ispira al popolarismo europeo e lo confina a rincorrere quell'elettorato di sinistra che è minoritario nel paese e che in larga parte è di ispirazione socialista europea - che non è esattamente l'area culturale in cui si è allevato e cresciuto Matteo Renzi. Le elezioni europee costringeranno le forze politiche a schierarsi, anche perché l'Europa politica che tutti dicono sia necessaria per correggere i limiti e le storture di una Europa solo mometaria dominata dalla Germania, richiede un sistema politico che corrisponda al quadro europeo. La destra nella vecchia e nuova versione di FI e il nuovo partito di Alfano aderiscono con chiarezza all'Internazionale Popolare Europea, mentre il PD rimane un ibrido, un meticciato di culture senza identità che nel momento della scelta socialista o della non scelta, si spaccherà ulteriormente. Le ambizioni di Renzi lo portano a marcare giornalmente i distinguo dal governo Letta, pur con la cautela necessaria a non provocare un'irritazione in coloro che sono indecisi nella corsa alla segreteria del PD, ma è evidente che una segreteria Renzi che si concretizzasse in un mantenimento delle larghe intese paralizzanti, le larghe intese dei rinvii e dei compromessi, minerebbe alla radice l'immagine dell'innovatore con cui Renzi affabula la gente. Una resa dei conti in casa PD fra Renzi e Letta favorirebbe il centro- destra che ha bisogno di tempo relativo per preparare la successione a Berlusconi ma che nella conquista del potere, frutto della debolezza suicida della sinistra, potrebbe ricementare le ambizioni di tutti in un'alleanza ampia del moderatume italico fatto di assistenzialismo caritativo, di evasione fiscale, di istituzioni burocratiche, di un capitalismo incapace, di speculazioni finanziare tollerate, di intreccio pervasivo fra politica e affari. Quindi il futuro ci riserva questa deriva moderata, l'incapacità della sinistra senza un'identità e un populismo di protesta senza speranza alla Beppe Grillo. Povera Italia, Povera Europa, povere speranze di giovani disoccupati od emigrati all'estero, povere speranze di imprenditori che vogliono competere potendo disporre di servizi e di un sistema paese moderni, povera giustizia che rimarrà terreno di scontro e di rivalsa fra opposte fazioni politiche e non il saldo baluardo a garanzia dello stato di diritto, poveri ricercatori, studenti, professori, povere innovazioni che saranno le prime a pagare le conseguenze delle logiche di potere corporative. A meno che non si sveglino le coscienze repubblicane, liberal-democratiche , laiche, quelle capaci di lanciare il messaggio delle idee nuove, della modernità del taglio agli sprechi dei santuari del potere clientelare bipolare, per investire nelle riforme di un sistema politico ed istituzionale che sia un confronto sulla cultura di governo di un paese e non un trattato di tattica militare sulla conquista del potere. E' questa la missione di un progetto liberal-democratico pensato e diretto da veri democratici e liberali, repubblicani e non dal meticciato del riformismo che ha prodotto quell'aborto senza identità che è il PD o quel coacervo di interessi assistenziali corporativi che è il centro destra in tutte le salse e versioni che ogni tanto cercano di appropriarsi della cultura liberal-democratica per vantare una nobiltà di intenti resa poi inutile dalla pratica e dall'influenza negativa delle loto radici. Bisogna crederci tutti, azzerare le divisioni e stringerci tutti con un gruppo dirigente che voglia portare verso questo sbocco moderno il paese. Ce la possiamo fare se siamo disposti ad investire su un progetto chiaro, su dei giovani decisi e sulla saggezza dei più vecchi che possono aiutare un percorso senza interferire con le divisioni del passato. |